non una lacrima,
non più.
sul mio volto
solo il segno
di quelle andate.
si, certo....come no...
però, a volte, riesco davvero a provare questa sensazione.
sensazione di pianto interrotto,
di pianto non pianto.
alienamento totale,
vuoto,
occhi fissi,
assenti.
sentirsi completamente privi di emozioni
sorda a qualsiasi suono proveniente da fuori
sorda a qualsiasi voce proveniente da dentro.
cieca a qualsiasi cosa che mi circonda.
...già.
...è come se qualcuno mi avesse piazzato qui.
su questa sedia.
in questa stanza.
mi sento una figura in bianco e nero in 4D
su un immagine a colori in 2D...(o è il contrario?!?)
e ci cammino sopra.
sembro farne parte ma non è così.
non ci cammino sopra.
ci rimbalzo con la stessa leggerezza che si potrebbe provare camminando sulla luna.
saltellando lentamente,
fluttuo in un mondo che sento non appartenermi.
ma cerco comunque di sentirlo,
così allungo una mano e provo a toccarlo...
che strana sensazione.
sembra essere fatto di gelatina.
posso sentirne la consistenza,
posso anche plasmarlo.
dividerlo in due parti
e in più parti ancora.
e poi riunirle,
fondendosi nuovamente.
fredda al tatto,
posso riscaldarla tenendola tra le mani.
formo una pallina.
la lancio in aria.
lei comincia a muoversi sinuosa.
cambiando morbidamente forma
danza nello spazio.
quasi trasparente
riflette la luce
e la luce cambia con lei.
poi lentamente comincia a scendere
e, sempre con estrema morbidezza, ricade…
e cadendo si scompone in tante piccole e traslucide goccioline gelatinose
che, rimbalzando, tornano a fluttuare
spargendosi qua e là.
e nella loro danza
riflettono luce
diventando luce...
dei puntini luminosi
pulsanti e scintillanti
come tante stelle.
osservo silenziosamente tutta la scena,
a dir poco suggestiva,
guardandola con gli stessi occhi innocenti e incuriositi di un bambino.
muovendomi con quelle immagini
non ne perdo il minimo movimento.
mi sento fluttuare con loro
in quel cielo stellato.
sto fluttuando in un cielo stellato,
è così surreale...
surreale e magico.
quasi incredula
allungo di nuovo la mano per poterlo risentire,
per toccarlo...
ma stavolta la gelatina non c'è più.
forse non esisteva nemmeno prima.
forse esisteva perché io volevo che così fosse
o perché la mia mente lo voleva.
voleva percepire quel tocco...
voleva che io allungassi la mano e sentissi qualcosa.
incredula e stupìta,
allungo di nuovo la mano.
ma stavolta quel mondo è intangibile.
non un soffio,
non un alito di vento.
è solo una proiezione.
passo la mano su di essa
e non sposto niente.
l'immagine rimane lì
la deformo un po'
ma solo perché la mano l'attraversa.
Continuo ad accarezzare delicatamente
quella visione.
mi accorgo che ad ogni movimento lento della mia mano
essa vi si proietta sopra
dandomi l'illusione di toccarla o di farne parte.
ma non sento...
non più.
sul mio volto
solo il segno
di quelle andate.
si, certo....come no...
però, a volte, riesco davvero a provare questa sensazione.
sensazione di pianto interrotto,
di pianto non pianto.
alienamento totale,
vuoto,
occhi fissi,
assenti.
sentirsi completamente privi di emozioni
sorda a qualsiasi suono proveniente da fuori
sorda a qualsiasi voce proveniente da dentro.
cieca a qualsiasi cosa che mi circonda.
...già.
...è come se qualcuno mi avesse piazzato qui.
su questa sedia.
in questa stanza.
mi sento una figura in bianco e nero in 4D
su un immagine a colori in 2D...(o è il contrario?!?)
e ci cammino sopra.
sembro farne parte ma non è così.
non ci cammino sopra.
ci rimbalzo con la stessa leggerezza che si potrebbe provare camminando sulla luna.
saltellando lentamente,
fluttuo in un mondo che sento non appartenermi.
ma cerco comunque di sentirlo,
così allungo una mano e provo a toccarlo...
che strana sensazione.
sembra essere fatto di gelatina.
posso sentirne la consistenza,
posso anche plasmarlo.
dividerlo in due parti
e in più parti ancora.
e poi riunirle,
fondendosi nuovamente.
fredda al tatto,
posso riscaldarla tenendola tra le mani.
formo una pallina.
la lancio in aria.
lei comincia a muoversi sinuosa.
cambiando morbidamente forma
danza nello spazio.
quasi trasparente
riflette la luce
e la luce cambia con lei.
poi lentamente comincia a scendere
e, sempre con estrema morbidezza, ricade…
e cadendo si scompone in tante piccole e traslucide goccioline gelatinose
che, rimbalzando, tornano a fluttuare
spargendosi qua e là.
e nella loro danza
riflettono luce
diventando luce...
dei puntini luminosi
pulsanti e scintillanti
come tante stelle.
osservo silenziosamente tutta la scena,
a dir poco suggestiva,
guardandola con gli stessi occhi innocenti e incuriositi di un bambino.
muovendomi con quelle immagini
non ne perdo il minimo movimento.
mi sento fluttuare con loro
in quel cielo stellato.
sto fluttuando in un cielo stellato,
è così surreale...
surreale e magico.
quasi incredula
allungo di nuovo la mano per poterlo risentire,
per toccarlo...
ma stavolta la gelatina non c'è più.
forse non esisteva nemmeno prima.
forse esisteva perché io volevo che così fosse
o perché la mia mente lo voleva.
voleva percepire quel tocco...
voleva che io allungassi la mano e sentissi qualcosa.
incredula e stupìta,
allungo di nuovo la mano.
ma stavolta quel mondo è intangibile.
non un soffio,
non un alito di vento.
è solo una proiezione.
passo la mano su di essa
e non sposto niente.
l'immagine rimane lì
la deformo un po'
ma solo perché la mano l'attraversa.
Continuo ad accarezzare delicatamente
quella visione.
mi accorgo che ad ogni movimento lento della mia mano
essa vi si proietta sopra
dandomi l'illusione di toccarla o di farne parte.
ma non sento...
non sento né aria, nè calore, né
freddo, né niente.
non la sento.
ma lei è lì.
solo che ora è diventata completamente impalpabile.
e non riesco a non osservarla con tenerezza.
così continuo a sfiorarla.
e cercando di capire,
comprendo che non c'è niente da capire in tutto questo.
ma continuo ad osservare e a sfiorare quella visione,
non la sento.
ma lei è lì.
solo che ora è diventata completamente impalpabile.
e non riesco a non osservarla con tenerezza.
così continuo a sfiorarla.
e cercando di capire,
comprendo che non c'è niente da capire in tutto questo.
ma continuo ad osservare e a sfiorare quella visione,
la osservo,
la sfioro.
un
sospiro silenzioso
richiama qualcosa.
quella lacrima
che,
scendendo lentamente,
lascerà sul mio volto
un nuovo segno.
un nuovo segno.
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