lunedì 29 ottobre 2012

dialogo di un sogno


...mi ritrovai in un bosco, seduto ai piedi di un robusto albero, a contemplare il verde che mi circondava.
improvvisamente lì, dov'ero seduto, si materializzò un lungo corso d'acqua...
improvvisamente, proprio sotto di me, si materializzò un fiume che scorreva e scorreva attraversando tutte le collinette fino a sparire dietro l'ultima a me visibile.
ad un tratto udii una voce..
"cosa cerchi?"
non mi chiesi da dove arrivasse quella voce, tutto mi sembrava stranamente normale, naturale...
risposi: "qual è la strada? Tu la conosci?"
voce: "sì, la conosco...come Tu conosci la Tua"
"come la trovo?" chiesi.
voce: "la trovi con la ricerca..."
"la cerco...sono anni che la cerco ma non arrivo mai da nessuna parte! e sono confuso...e domando, chiedo, cerco risposte ma stento a trovarle e, quando mi sembra di averle trovate, hanno breve durata, si dissolvono...sono illusorie"
voce: "guardati attorno...cosa vedi?"
"un mondo infinitamente vasto" risposi.
voce: "come puoi trovare ciò che cerchi nell'infinita vastità di ciò che pensi di vedere?"
"non lo so, non riesco...mi perdo, non so da dove né come iniziare"
"vieni" disse "avvicinati all'acqua, guarda dentro e adesso dimmi...cosa vedi?"
risposi: "acqua che scorre"
voce: "nient'altro?"
guardai meglio poi dissi: "l'acqua scorre velocemente ma riesco a intravedere il riflesso mosso della mia immagine"
voce: "e nient'altro?"
"nient'altro..."
voce: "allora comincia dalla ricerca nell'infinita vastità di ciò che non vedi..."
"come posso trovare qualcosa che non è visibile?" domandai.
voce: "la vedrai quando la troverai"
tornai a osservare il mio riflesso, distorto dal continuo scorrere dell'acqua e cercai di capire a cosa si riferisse la voce...
osservai con attenzione ma, non riuscendo nemmeno a mettere a fuoco la mia immagine, cominciai a provare fastidio.
e Lei parlò ancora:
"il proprio riflesso non piace mai...sei così distaccato da esso.
lo osservi, sì...ma da lontano, siete separati in un unico corpo.
Lasciati andare!
scorri, come questo torrente, e raggiungi te stesso.
guarda...riesci a vederlo?"
e vidi una sagoma, seduta sul fiume, proprio come me.
continuò: "cosa cerchi? Tu lo sai cosa cerchi, semplicemente te stesso.
l'infinito Te nell'infinito Tutto e l'infinito Tutto nell'infinito Te, questo cerchi..."
e aggiunse: "siete una cosa sola ma ancora la rifiuti; scorri come queste acque e troverai la pace;
lasciati trasportare dalla corrente e raggiungi quell'ombra che tanto ti infastidisce...
raggiungila e diverrete un'unica cosa...fondetevi e le acque si calmeranno, diverranno limpide;
e, quando ti specchierai nuovamente in esse, allora vedrai...sarai capace di vedere.
qual è la strada?
sei Tu, Tu sei la Tua strada, comincia a camminare..."

abbandono

aveva una lunga veste,
lunga e leggera.

ad ogni passo diventava invisibile,
ad ogni passo si riempiva di un soffio.

sembrava una manta,
silenziosa danzava nelle profondità del mare.
sola.

ogni cosa timidamente vibrava al suo passaggio,
quasi venisse sfiorata per sbaglio.

era solo di passaggio...
un respiro,
una gocciolina che scivola dalla sua foglia

giovedì 1 marzo 2012

la mano scivola


Poche pagine ormai rimaste su questo quaderno...
L'ultima pagina la lascerò bianca o le disegnerò sopra una freccia nera con su scritto "continua..."?!?
O lascerò che le pagine successive rimangano solo impresse nel mio cuore come momenti d'Amore e di bellezza indescrivibili...o di tristezza e malinconia profonde?!?
Che magari sarò solo io a riuscire a leggerle con la giusta intensità?!?
Questo quaderno è sfatto, a guardarlo bene.
L'inchiostro era diventato l'anima della scrittrice ed ora la scrittrice non sa più cosa scrivere.
L'inchiostro, forse, è stato sostituito da sorrisi, carezze, lacrime, Amore, vita.
Di queste poche pagine bianche rimaste non so più che farmene.
L'inchiostro è diventato respiro, le parole scritte sono diventate Amore.
Scriverò con me stessa, in me stessa
cose che nessuno leggerà mai su di un foglio di carta
ma che, se si vorrà, le si potranno leggere negli occhi
o nel calore delle mani...

echi


dopo non rimane nulla.
niente, il vuoto,
troppo per riuscire a contenerlo.
dove si sta andando a finire,
quale la strada, quale la via.
questa confusione...
non la reggo più, non mi reggo più.
inciampo senza nemmeno camminare.
ecco come mi sento,
inutile, barcollante,
un non-senso.
paura, rabbia,
amore, follia,
quiete, tempesta,
perdita di sé.
e si continua ad andare a sbattere ripetutamente davanti allo specchio.
lottando con e contro di sé.
ma alla fine si ricade,
diventando nuovamente vittime di se stessi.
e quel che resta è abbandono...
e un'inconscia sensazione di solitudine.
incapaci anche solo di provare a stare bene,
senza motivo.
e se mi chiedessi perché è così, una risposta non saprei darla.
azzerata...
non rimane più nulla.
solo questi fastidiosi tremori
ed un'unica domanda:
perché?

pensieri ad alta quota


sono così concentrata a cercare di non prestare ascolto alle idiote e continue conversazioni dei tipi seduti di fronte a me
da non riuscire a pensare a nient'altro.
anzi...qualcosa da pensare forse mi viene.
mi viene da pensare alla quantità indescrivibile di cazzate che siamo soliti scambiarci ogni giorno,
a volte per obbligo a volte no, ma tanto non fa differenza.
alla fine il succo è sempre quello.
ci riempiamo di cazzate!!!

è come se fosse una droga per noi...una potente droga!
o come se fosse uno dei nostri bisogni primari:
dormire, mangiare, respirare cazzate.

il bisogno costante di apparire in un determinato modo a tutti i costi
o di voler necessariamente dare l'impressione di aver sempre qualcosa da dire.

arroganza, ipocrisia, orgoglio...oggi ci si nutre più di questo che di pane e acqua.
(...oddio, certo...il pane fa ingrassare...)

sono una disadattata.
ma riesco a fingere benino, a volte...

vedo continuamente persone che si sbattono per lavorare, che vivono per quello.
che non riescono a smettere (volenti o no) e si ammalano di lavoro.
si avvelenano una vita e si identificano con questa così tanto da diventarne schiavi.

se ci fosse più semplicità in giro...
se solo tutti fossimo un pochino più semplici,
ci accontenteremmo di poco (che "poco" non è),
avremmo ciò che serve davvero, saremmo più sensibili e più puri anche nei sentimenti.
e magari condivideremmo pure un pezzetto di pane e un sorso d'acqua col vicino di casa,
o con una persona incontrata per caso.
ci si rispetterebbe di più e si darebbe più valore alla vita.

invece ci continuiamo a riempire di cazzate, continue ed inutili cazzate!
conversazioni e discussioni idiote?!?
sì...lo sono cazzo!
però l'avidità ci riesce proprio bene, lì la semplicità regna sovrana.

noi e le nostre stupide richieste...
basta!
sarebbe anche ora di crescere.
ma DAVVERO, non per finta come siamo abituati a fare fin dalla nascita.

e se diventasse una moda?
magari avrebbe un successone...certo, sarebbe passeggero però :/

la verità è che la paura ci mangia vivi,
ci domina, è più forte di noi.
e noi crediamo di essere più forti di lei...ovviamente -.-

se solo riuscissimo a comprendere che tutto questo non esiste,
se solo cominciassimo tutti a ragionare con il cuore
piuttosto che prestare continuamente ascolto ai contorti meccanismi della mente.

se solo fossimo capaci di perdonarci, di perdonare...di Amare.
se solo...

non lo si impara, non è un qualcosa che puoi studiare,
che puoi apprendere dai libri, dalla tv o a scuola.

lo dobbiamo "sentire".
e lo si può sentire solo partendo da sè.

partire da sè...
potrebbe essere un buon inizio.

...e la balena?!?


riuscire ad interpretare un sogno a volte richiede tanta abilità
ed interpretarlo nella giusta maniera
(che poi giusta è "giusta")
diventa davvero difficile,
se non quasi impossibile.
"quasi" perché il sogno è chiaro,
il sogno è limpido
come le acque che gli appartengono.
ma il fiume,
si sa,
prende direzioni diverse...
ignote.
e nel sogno ci si lascia andare,
dopo lotte vane,
ci si lascia andare
con paura e affanno.
ci si deve (o ci si vuole) lasciare andare,
alternative non se ne hanno,
ma si ha paura a farlo.
si lotta per paura,
si lotta.
ma la lotta serve a poco,
la lotta non serve a nulla.
e alla fine si cede,
e cedendo si và...
pazienza,
hai lottato...
lottato però contro cosa?
lottato per cosa?
alla fine poco importa,
la corrente è più forte della tua volontà.
"ormai è fatta...non c'è niente da fare..." (si pensa)
e la corrente è forte,
e trascina.
sei completamente in balìa di quella corrente.
più forte...sempre più forte...
e la paura aumenta.
poi però accade qualcosa.
si placa
e dolcemente ti accompagna verso un laghetto bellissimo.
è un bel laghetto,
con acqua limpida,
in cui ti immergi silenziosamente.
è un bel laghetto...

non è necessario


non è necessario dire niente,
non è necessario fare niente,
non è necessario...

è necessario dire,
è necessario fare,
è necessario...

non è necessario ciò che è necessario,
è necessario ciò che non lo è.

non è necessario sapere cosa sia necessario
è necessario sentire cosa non lo è.

io non c'ho capito niente,
poi...fate voi.

buh


buh...
avevo semplicemente voglia di scrivere qualcosa, ecco!
il nulla!
ma davvero esiste il vuoto? che razza di vuoto è?
posso mai credere di non avere nessun pensiero, nessuna sensazione da riuscire a trascrivere?
no, non può essere, eppure...niente!
una scatola vuota...no, non ci credo!
ok...mi sento abbastanza idiota,
quindi pubblico sta cavolo di nota scritta tanto per scrivere qualcosa e mi piombo a letto!
eppure nei sogni qualcosa da "scrivere" ce l'ho sempre...mah!
sta cominciando a diventare quasi entusiasmante addormentarsi...

ieri notte


ho sognato lacrime,
affanni,
voci lontane che mi cercano,
disperate.

rubo una bicicletta,
devo raggiungere in fretta,
frettissima quel treno,
prima che sia troppo tardi.
la stazione è lì vicino,
imbocco strade a caso,
non so dove sto andando
ma so che c'è,
imbocco strade a caso...
e le voci continuano ad urlare,
più forte.

piove...
scivolo e cado dalla bicicletta,
mi rialzo ma non la vedo più...
mi è stata rubata.

la cerco disperatamente
per un po',
l'ansia mi divora.
devo sbrigarmi...
lascio perdere la bicicletta 
e comincio a correre,
correre, correre...

corro in controsenso lungo una strada,
vedo le macchine arrivarmi addosso
ma continuo a correre
e comincio a piangere le lacrime di quelle voci.

allora mi sveglio,
con i denti serrati, di nuovo...

non è un dono


Non c'è fiato nella stanza vuota (il nulla del caos).
Qualcosa striscia dentro,
raschiando come carta vetrata tutte le pareti (inesistenti).
Il brivido si avverte (tremore costruito).
Sangue caldo gela il tragitto (la gola spezza il corpo).
La voce comanda (non lascia spazio).
Inevitabile (e debole) ubbidire,
con rabbia (e accondiscendenza).
La fragile porta (resistente e massiccia) si sgretola rimanendo intatta (come sabbia tra le mani).
lei deve (lei vuole così).
Gli occhi osservano (gli occhi assenti).
Pupille indifese si agitano (non comprendono).
Una forza incredibile è fiera della sua falsità (umiltà zero).
La mente distrae.
Il comandante assale (tra non molto vincerà).
La vittima interpreta se stessa fingendo di esser tale e convinta del contrario (la mente è attenta).
E' un cerchio (il cerchio è lì).
Il passo è necessario (necessario cambiare rotta).
Il passo è attuabile (il passo imbroglia).
Non vedere equivale a morire (non sentire pure).
Lei vuole questo (no).
Lei lo comanda (lei crede di volerlo).
Le nostre strade si intrecciano (lei è ammaliante).
La strada non si ingarbuglia più (la strada si contorce).
La strada si separa (è un inganno).
Le braccia si aprono (non hanno alternative).
Le mani tacciono (sono fredde).
Lei insiste (ora cede).
Lei sà (ma è furba).
E se così fosse? (sei pronta...o almeno così pare)

(Apparenza è illusione.
L’illusione è la realtà che vuole?
O è la realtà a volerla illudere che sia così?)

veleno


...e così m'addormento,
giacché restare sveglia è diventato ormai un peso.
chiudo gli occhi per veder passare la notte senza ascoltarla,
perché quel che sento sono solo le grida di un'anima avvelenata.
la notte non mi appartiene più, 
così come il giorno.
...e quando speri di non riaprire gli occhi
per rimanere lì,
nel mondo fittizio dei sogni (?!?)

nero su nero


mi piace il mio quaderno!
tutto pasticciato, scarabocchiato!
intervalli di poche pagine bianche...
alcune strappate 
ma che restano ancora lì.
in alcune solo due parole o una scritta incompleta...
in altre un disegno.
in altre ancora una scritta o un disegno cancellati.
ogni tanto una pagina con piccoli aloni di lettere dissolte 
da qualche lacrima caduta per sbaglio...

altre pagine bianche...
ma senza intervalli.
che attendono senza attesa...
e quante volte ho adagiato, immobile, 
la punta della penna su una di esse...
quante volte, invece, ho allontanato la penna dal foglio
lasciando solo un puntino invisibile d'inchiostro nero...

l'attesa


che non sarà più un rimanere lì,
seduta in un angolino della stazione...
e non saranno i miei occhi,
né le mie mani,
né la mia voce...
lo sapevo già...
che non avrei mai oltrepassato quella finestra
e sarei rimasta lì,
prigioniera di un sogno
dalle pareti rosse...
lo sapevo già...
che sarebbe stato un continuo 
chiudersi e riaprirsi di magiche parentesi...
lo sapevo già...
che non sarebbe stato un treno
a sbattermi la porta in faccia...
(e prima o poi...)
lo sapevo già...
ma che quel treno non si decidesse a partire, 
no...questo non lo sapevo

e sono veramente poche


non lo so...
sono appena tornata a casa dopo un'uscitina fugace...
due birre in compagnia di un'amica, 
due chiacchiere precise e una passeggiata al centro durata solo pochi minuti.
Uno ci prova...che deve fare?!?
Si prova ad uscire e a sentirsi a proprio agio in mezzo alla gente...
ma quel che si sente è solo un gran fracasso...
o forse lo sento solo io.
Le osservo tutte quelle persone,
sono così tranquille e felici...
felici?!? Buh!
ma ci riescono.
Per un attimo c'ho provato pure io...davvero.
per troppo poco...o per troppo tempo?!?
A volte vorrei essere come loro e riuscire ad essere spensierata, forse starei meglio...
ma forse ho un concetto del tutto diverso della "spensieratezza"...
Essere felici...è davvero così difficile?!?
ora...non è per l'essere uscita ed essermi sentita estremamente a disagio là in mezzo,
ma stare lì mi ha fatto capire non solo quanto non volessi stare lì ma anche che la felicità ce l'ho sempre davanti senza rendermene conto...
e sono veramente poche e semplici quelle cose che fanno stare davvero bene...
un piumone per ripararsi dal freddo, una pastina col formaggino, il parmigiano, quella sigaretta che ti fai dopo una giornata di lavoro...magari accompagnata da un bicchierino, se ti và...
le pantofole, lavarsi la faccia e togliere il marciume accumulato , camminare sotto la pioggia, sporcarsi e fregarsene...la lista è lunga...
magari la continuerò domani...
ed ecco un'altra cosa...sentire le palpebre appesantirsi, spegnere la luce, accucciarsi al cuscino e sentirsi protetta da quel qualcuno che ti fa dormire tranquillo...e, se sei solo, avere la consapevolezza che non sia così e sentire una carezza sfiorarti il volto e proteggerti mentre dormi tranquillo.
buonanotte!

quel che vedo...


un cielo arcobaleno
sopra serpi di luci
su un manto nero...

ecco quel che vedo
da dietro un vetro di plastica

non riflette alcun bagliore
ma si lascia guardare attraverso
regalando a quell'immagine
la bellezza intangibile di un dipinto.

e vedo una stellina...

accompagna l'ala 
senza mai nascondersi
dietro di lei...

(silenziosa)

le sta sempre accanto,
senza infastidirla...

?


Le cose giuste non si sa quali siano.
Probabilmente nemmeno esistono.
probabilmente non esistono nemmeno quelle sbagliate.
Forse sono giuste e sbagliate al tempo stesso.
Ma nemmeno.
Forse sono e basta.
Le cose che sono, sono così per come vengono.
Non sai dove ti portano, ma ci sono.
Le cose sono per come sono,
e non dispiaciamoci se a volte non sono come le vorremmo.
tanto ci sono e restano lì…
e un motivo ci sarà se sono così come sono.
E quante cose sono…ma quaaaaante…

un'inutile fuga


giorni in cui vorresti non arrivasse mai la sera.
e quando arriva...
perché?
non potrebbe essere sempre giorno?!?
sole ti amo e ti odio,
perché lasci spazio alla sera...
alla notte?!?
notte ti amo e ti odio,
non aspettarmi con quel sorriso sghignazzante,
quanto sei bella...
ti detesto.
sole non calare mai,
rimani lì,
accecami e annullami.
notte...sparisci!
ti sto aspettando…

quando mi vien voglia di scrivere


mi vien voglia di scrivere...
che sia diventato il mio unico modo per tirar fuori qualcosa?!?
spero proprio di no.
mi vien voglia di scrivere...
e non so da dove cominciare.
anzi, la mia mente lo sa ma non mi aspetta.
così perdo le parole e mi si bloccano le dita.
mi vien voglia di scrivere...
quando, nel silenzio di questa stanza, 
le voci si fanno più forti
e da qualche parte le devo pur mettere.
mi vien voglia di scrivere...
per non far perdere quelle voci dentro di me.
le ritroverei, prima o poi,
ma per quanto tempo dovrei portarle con me?!?
mi vien voglia di scrivere...
e la cosa bella è che non sto scrivendo proprio niente.
so solo che ne ho voglia, 
ma ho paura delle mie stesse parole.
mi vien voglia di scrivere...
ma per stasera mi sa che non scriverò altro.
per stasera terrò questa voglia solo per me...
anche se...
non ne sono del tutto sicura.

pensiero


...che ci sarà qualcosa anche per me?
un giorno, adesso, domani, sempre...mai?!?
o farsi bastare quel che si ha...
che quel che si ha è già tanto, anzi di più.
e di più non si può. 
e quindi la domanda è sbagliata.
anzi la domanda non esiste...
perché qualcosa anche per me c'è!
ma non chiedetemi come sto...

(però è bello...)


non riesco a dormire (di nuovo...)


...sono ancora sveglia e penso.
e so di voler frenare le dita in questo preciso istante che sto scrivendo...
so che la notte nasconde, dietro al suo fascino, una nota impercettibile di pericolosità.
...magari scriverò qualcosa e magari, poi, cancellerò tutto in un colpo solo...
o forse cliccherò "pubblica" e mi mangerei le mani subito dopo averlo fatto...
o forse con un "ormai è fatta" mi addormenterei...
o forse quelle parole non le scriverei proprio.

i pensieri della notte sono pensieri validi, secondo voi?
o sono solo di passaggio...amplificati da quella sensazione di quasi solitudine e dal silenzio?
o di notte l'ego prende il sopravvento e non si ragiona più...o forse è altro a prenderlo?
...io questo non riesco più a capirlo.
e forse sto sbagliando, o forse no...
ma chi sa quale sia la direzione giusta da prendere?
solo che io l'ho proprio perduta o forse non l'ho mai trovata o probabilmente nemmeno la sto cercando...
ma forse semplicemente non riesco a vederla.
e tra tutti questi "o" e "forse" mi si stanno chiudendo piano piano gli occhi...
ma alla fine cosa resta di questa nota?!?...un inutile blaterare di niente.
e avrei potuto pure farne a meno...
ma ormai quel velo è scivolato via.
...notte!

strade senza bivi


inerzia
Cammino per strade che non conosco,
in mezzo a persone che non ho mai visto e che probabilmente non vedrò mai più...
o nemmeno me ne ricorderò.
Cammino quasi per inerzia, spinta non so da cosa o forse dalla disperata ricerca di un qualche piccolo entusiasmo da afferrare.
Osservo la gente passare, osservo i loro volti sorridenti e mi chiedo perché...
Provo a specchiarmi sulle cose che mi circondano ma mi sento un'estranea,
mi specchio su volti e cose che non m'appartengono e alle quali non appartengo.
li osservo, sì...ma in realtà non li vedo nemmeno.
Ogni tanto incrocio una carrozzina e per un attimo un bagliore m'illumina gli occhi
...per un attimo.
Non controllo i miei passi e proseguo senza sapere né verso dove né verso cosa.
Mi guardo intorno senza guardare e ogni cosa mi appare finta, irreale...
come i miei passi, come le mie sensazioni, come le mie emozioni.
Vago senza stupore come se niente mi sfiorasse.
Ogni tanto qualcosa cattura il mio sguardo, allora mi illudo di vedere qualcosa...
una finestrella con una piantina appesa, una crepa sul muro, una serratura arrugginita...
due papere sul fiume, un tronco sotto il ponte, il suo riflesso sull'acqua.
Scatto qualche foto e solo il giorno dopo mi accorgo che su quel tronco vi si posavano sopra due uccellini.
Continuo a scattare foto come se volessi portare con me quei piccoli ma effimeri istanti...
e continuo a camminare e a muovermi in tutte le direzioni,
sentendomi un ologramma proiettato lungo queste strade
...come ci sono finita qui?!?

Vicolo Disciplina
seduta su un gradino, sento le risate e gli schiamazzi delle persone dentro al locale...
ma qualcosa mi blocca e non riesco ad entrare,
così rimango qui col bicchiere di birra in mano, una sigaretta in bocca e un foglio e una penna...
"Vicolo Disciplina"...mah, che nome.

a piccoli sassi


Provo a sentire qualcosa...il calore dei sassi sulla pelle, le onde del mare mentre s'avvicinano sempre di più al telo, le voci bisbiglianti delle persone vicine, le urla di quelle lontane.
Il verso delle cicale, il ronzio di qualche insettino, i passi continui dei bagnanti.
Provo ad osservare i monti verdi di fronte a me, mi volto e provo ad osservare l'orizzonte e ad intravvedere le immagini sfocate che si perdono in esso.
Provo a sorridere in faccia al sole, a prendere i suoi raggi con gli occhi chiusi e le mani aperte ma mi distrae quel trenino che passa continuamente...provo a sentirne il rumore, ma è piccolo e veloce, dura poco e si dimentica in fretta.
C'è un forte vento oggi ma non mi sfiora i capelli né mi rinfresca la pelle.
M'immergo nell'acqua ma non mi sa di niente...nemmeno il sale m'infastidisce.
Vedo una distesa di ciottolini, ci sono seduta sopra e non me ne sono accorta.
Appoggio una mano, muovo un po' le dita e comincio a sentirne il calore e a percepirne le forme.
Per oggi raccoglierò solo sassi e li porterò a casa con me, sperando di riuscire a sentire almeno quel qualcosa di così semplice, innocente e puro che mi ricordi la bambina che sono...

ero un biscotto di pan di zenzero...


vedo tutta la vita passarmi davanti...
...i miei bottoncini gommosi...i filini di glassa bianca...le goccine di cioccolato...quel sorrisino stampato...
e ora?!?

ho dato un morso alle mie braccine...mi si sono sbriciolate.
ho raccolto le briciole e ho mangiato pure quelle...

mi sono immersa in una tazza di latte (di soja)...
le gambine si sono ammorbidite, si sono spezzate e sono sprofondate giù nell'abisso della tazza, trascinandosi anche parte del busto con i miei affezionatissimi e tanto,
tanto amati bottoncini gommosi...sigh!...i miei bottoncini gommosi...
(...)

basta!
salto via dalla tazza...si, dai...ce la posso fare!!!
mi resta ancora la testolina con quel sorrisetto stampato in faccia...forza!
si..certo...e ora?!?...che fare?!?...buh!!!

mi viene in mente soltanto una cosa...
così bevo tutto il latte rimasto...senza versarne una goccia.
con la speranza di riuscire a recuperare almeno un bottoncino gommoso, almeno uno!!!

...mi dimentico però di essere un biscotto e la testolina lentamente comincia ad inzupparsi.
allora mi ricordo!!!...ma ormai è troppo tardi.

ero un biscotto di pan di zenzero...
di me resta solo una pozzangherina di pappetta...
ma quel cavolo di sorrisetto resiste ancora continuando a rimanermi stampato in faccia!
sono una poltiglia che sorride....uhmmm (?!?)

contemplando


mi siedo...lato finestrino, perfetto!
"auguriamo a tutti un piacevole viaggio"....allaccio la cintura, si và!
Che meraviglia osservare il mondo da quassù!
la terra, le campagne, il mare, le barche e il loro scorrere impercettibile…apparentemente immobili, lasciano dietro di sé piccole scie che disegnano su quella tela blu scuro tanti trattini bianchi e schiumosi…mi diverte osservarle!
...e l'Etna!
è così imponente!
la contemplo mentre abbraccia ogni cosa come se fosse una madre premurosa.
Sembra ci sia solo lei, a osservare tutto dall'alto e a scaldarci silenziosa dal basso.
...oltre la sua cima, si distende luminosa una lunga striscia azzurra.
da lì in sù il cielo, con tutte le sue magiche sfumature...al di sotto, invece, è incredibilmente cupo e afoso.
Sembra che siano due mondi completamente paralleli.
Si specchiano l’un l’altro ma sembrano non appartenersi affatto.
e nonostante siano composti della stessa essenza, sembrano avere due consistenze del tutto diverse, divisi solo da quel bagliore sottile.
...e il sole!
non riesco a vederlo bene, così sposto la testa un pò di qua e un pò di là...
ma niente, non lo vedo!
riesco però a percepire la sua presenza, già!
lo sento proprio sopra di me, in alto a sinistra e basterebbe solo una lieve inclinazione dell'aereo per poter godere dei suoi raggi caldi sul volto e per farmi accecare dolcemente gli occhi....
basterebbe una sola piccolissima inclinazione ma, per ora, niente!!!
osservo nuovamente l'Etna, salutandola con un sorriso...ciao splendida madre!
Devo dire che vista da qui la Sicilia è veramente bella.
da giù siamo forse troppo distratti per rendercene conto.
Ma quanto siamo ciechi...troppo ciechi.
Rivolgo un ultimo sguardo indietro...
c'è ancora una strisciolina di neve che riposa tranquilla…che tenerezza!
ancora resiste al caldo atroce di questi giorni...vai piccola resisti ancora un pò!!!
ed eccola...la costa!
...nuvole niente!
Da quassù tutto appare calmo, pulito, silenzioso, leggero e luminoso...e magari è davvero così!
Ma guarda!!!...le isole Eolie, che belle!!!
mi sento come una bambina piccina che osserva, sgranando gli occhi, ogni cosa con stupore e curiosità, come se stessi vedendo tutto ciò per la prima volta!
È una bella sensazione!!!
Ma quanto sono belle...spettacolo!
amo le isole, le girerei tutte, passando da una costa all'altra e fermandomi per un po’ ad assaporare quella vita tipica da isoletta...semplice e amichevole…respirando la natura e contemplando le continue metamorfosi di paesaggi diversi!
poi, per un attimo, alzo gli occhi e la vedo...è lei!
la linea dell'orizzonte!!!
ci si potrebbe scrivere un poema sopra ma…come si fà???
"la linea dell'orizzonte"...uhmm. a pensarci bene potrei intitolarlo, iniziarlo e concluderlo semplicemente con queste parole...lasciando la mente sola, libera di osservare, immaginare, viaggiare e perdersi in quella linea.
D'un tratto ogni cosa al di là di quella piccola finestrella diviene sfocata,
come se un alito di vento avesse appannato simpaticamente il vetro dall'esterno!
...e nuvole niente!
e il sole è sempre lì...sopra di me, in alto a sinistra.
...ma che bello viaggiare!
a seconda del mezzo con cui ci si sposta la percezione del viaggio cambia.
sull'aereo quasi ti dimentichi di stare volando…tutto passa in fretta e diventa difficile assemblare i pensieri in quel poco tempo.
così corrono disordinati e rapidamente…o non corrono proprio e li lasci stare dove sono e magari anche dormi durante quel breve tragitto.
sul treno, invece, il viaggio è lento, lungo e riflessivo.
le immagini scorrono con la stessa velocità del pensiero
e dal finestrino si riesce ad osservare la vita come fosse la pellicola di un film.
è incredibilmente affascinante e, a tratti, malinconico...è un percorso a ritroso sui binari dei ricordi …
a piedi, in bicicletta o con entrambi, direi che sarebbe il mio viaggio ideale!
dove ogni parte di sè viene coinvolta e ricolmata di esperienze...
interrompo un attimo perchè ho notato qualcosa sotto di me (?!?)
...le nuvoleeee!!!
allora esistono...pochissime certo, ma ci sono (sorrido della mia babbasunaggine).
Ma guardale…sembrano nascere da un batuffolo di cotone sfibrato e sparpagliato qua e là…compattate in un unico punto ma trasparenti e fragili.
zucchero filato!!!
...ecco,si!!…nuvole di zucchero filato!!!
e ancora sole in faccia niente ma è sempre lì.
...non m'inganni bello!
lo sento che mi stai inseguendo di nascosto…ma va bene, continua pure ad accompagnarmi così…sbirciando senza farti vedere...
"assistenti di volo prepararsi all'atterraggio"!
ecco...ci siamo!
Basta così…chiudo il mio moleskine rosso, voglio assaporare questi ultimi minuti osservando la terra mentre s'avvicina e si fa più grande…
e nel frattempo mi osservo, mentre ritorno giù in quell'altra dimensione…
ma di un’altra città…e poi?!?

parole


Parole spezzate
parole frammentate
parole eliminate, riscritte e poi volate.

Parole immaginate
parole senza senso
parole pensate e mai rivelate.

Parole solitarie
disperse nella mente
qualcuna poi l'afferri
ma non rimane niente.

Parole sventolate,
inghiottite e risputate
parole avvelenate
con ferocia divorate.

Parole delicate
da labbra accarezzate
parole bagnate
da riflessi illuminate.

Parole un po' scomposte
che vanno riassemblate
parole riordinate
e in un attimo bruciate.

Parole ricercate
da non capire niente
parole violate
sparlate dalla gente.

Parole silenziose
parole incatenate
parole mascherate
nascoste e liberate.

Parole cristallizzate
parole ormai ghiacciate
si gelano nel tempo
e si sciolgono col vento.

Parole un pò ribelli
parole spaventate
che trovano il coraggio
disorientandosi nel viaggio.

Parole che si fermano
parole che si perdono
parole che s'infrangono
si schiantano e rimangono.

Parole a volte sole
parole...ascoltate?!?
parole forse lette
...parole dette?!?

Parole un po' stupìte
parole emozionate
parole illusorie
di menti visionarie.

Parole sussurrate
parole balbettate
parole singhiozzanti
parole penetranti.

Parole di conforto
parole in disaccordo
parole false, vere
o che inseguono chimere.

Parole scribacchiate
su di un foglio dimenticate
un po' scarabocchiate
con la penna cancellate.

Parole che rincorrono
le dita della mano
inseguono il pensiero
ma quello è già lontano.

Parole che parlano
con parole d'altri
con parole proprie
o con parole ignote.

Parole che cantano
parole che urlano
parole che ridono, piangono e scappano.

Parole che sfiorano altre parole
parole che scrivono soltanto parole
parole parole
e non resta niente
son solo parole...
pero' è divertente!

giorni...


"bisogna aspettare"...
parole affilate come lama di coltello.
parole conficcate con violenza.
speranza...ferita non risanabile.
e tutto si cancellò in un istante.
e i miei occhi videro solo i movimenti a rallentatore delle labbra di colui che le pronunciò...poi nulla più.
e le mie orecchie ascoltarono solo il rimbombante eco di quelle parole...e niente più.
e la mia mente s'annebbiò...nessun pensiero...nessuna parola
e il cuore cessò di battere...nessuna lacrima...nessun sospiro

"bisogna aspettare"...
oggi? domani?...tra qualche giorno?
fisso il calendario e guardo una data a caso
chiedendomi se in quel giorno...
chiedendomi.

"bisogna aspettare"...
e intanto?
cosa avviene quando sai?
cosa fare?
tu sei lì...e già lo sai...lo senti.
ancora poche parole
prima di ritornare bambino.

"bisogna aspettare"...
aspettare cosa?
mai attesa fu tanto...non so...
"mai attesa fu tanto..."

e ti vedo lì...ti sento...
occhi di bambino stupìto del mondo,
osservi il mare, il cielo, il sole.
assorbi profumi, suoni
fiori, vita...vento e carezze..
ricordi lontani mai stati così vicini.
mano nella mano
un bacio all'anima.
...un gelsomino
adagiato sulla bocca,
un sorriso, una goccia,
un soffio e vola via


e non importa


Eternamente sbagliata...
eternamente sbaglierò...e va bene così!
E mi si prende per pazza, per stupida...ed e' meglio così!
E non importa!!!
...già, non importa.
Ma non riuscirei a vivere diversamente!
Non più!
Non più con quella maschera scomoda e apparentemente "perfetta"!
Mi accorgo di non riuscire più ad imbrogliare me stessa...e va benissimo così, non importa.
E non importa dove mi porterà tutto questo...
non importa per niente!!!
Semplicemente ora mi ascolto e riesco a sentire la mia voce.
Mi osservo e riesco a vedere i miei occhi.

...sballottata, un po' di qua un po' di la'...divento, o meglio, continuo ad essere quella funambola che sono sempre stata.
E non importa, non chiedo niente, forse non l'ho mai fatto...non devo giustificarmi, giustificare ne' cercare giustificazioni.
Non importa!!!
E per fortuna la vita non e' logica...e ogni giorno dico grazie.
Grazie per tutto quello che offre.
Dico grazie anche agli schiaffi...a volte così forti da sconquassare l'anima ma servono anche quelli
(forse soprattutto).
E va bene così...e non importa!
E continuerò a, come dite voi, "sbagliare"!

In fondo e' quello che faccio ormai da anni.
e va' bene così!
Mi fa sentire così viva, completamente...assolutamente viva!!!
Quindi?
Quindi la cosa più importante potrei anche dirla adesso ma magari aspetterò o forse no...
...in fin dei conti, non e' che sia poi così importante dirla...anche perché la cosa più importante già si sa qual'è

battito


02/06/2010
h 01.55

e con questo chiudo!
forse definitivamente, non lo so
questo non lo posso dire.

Facciamo che chiudo questo "capitolo".
Facciamo che smetterò di farmi del male.
Facciamo che ricomincerò a dormire.

E' stato un periodo davvero caotico!!!
questo mese poi è stato sicuramente il più "particolare".

Mi sono ritrovata improvvisamente
catapultata di fronte a quella porticina...
circondata solo da assoluto silenzio e
da assoluto nulla.

C'era solo lei.

Con fragilità ho aperto quella porticina...
l'ho oltrepassata,
richiudendola poi alle mie spalle.

Mi sono lasciata travolgere e avvolgere da quel silenzio,
e dal suo eco.

Quell'eco di parole, emozioni, sensazioni
finora lasciate lì...
stagnanti.

E sono entrata così profondamente in quel silenzio,
che ora non riesco quasi più a sentirne l'eco.

Il silenzio...
beh, quello ci sarà sempre.
ma magari diverrà ancora più prezioso
se vissuto vivendo...
sentendosi vivi.


E' stato un periodo così strano...
che forse "strano" non è nemmeno il termine giusto.

Ma comunque è stato un susseguirsi ed un alternarsi di tutto e niente.

Mutevole e statico.
Folle e calmo.
Lento e veloce.
Caotico e vuoto.
Rumoroso e silenzioso....
e potrei andare avanti all'infinito...


...vissuto e non vissuto,
nel tempo senza tempo.

Ma stanotte non sento più quel "tic tac-tic tac"
punzecchiarmi ritmicamente in testa.
Certo...di sentirlo lo sento,
ma in maniera diversa.

Non è più quel ticchettìo notturno...
non scandisce più il tempo che passa.
anche perchè...
in fin dei conti...
il tempo non esiste!

Ed io non l'avverto più...
passato, presente e futuro
non esistono più.

Apparentemente addormentata,
non sono mai stata tanto sveglia.

un dormire senza dormire.

un sonno sveglio,
o meglio,
un risvegliarmi da quel sonno estremamente profondo.

E ora il vuoto!
Ma un vuoto diverso...

E con questo chiudo.
o dovrei dire "apro"?!?
...forse sì,

in fondo non si chiude proprio niente.
semmai si trasforma....
e diventa un'apertura.

Quindi mi rimetto in gioco!
se si gioca si deve pur giocare!
ed io, finora,
ho solo giocato senza giocare davvero...


Assaporare ogni momento,
ogni respiro,
ogni battito.
assaporare ogni tramonto,
ogni alba...

ma non più da dentro
questa palla gelatinosa...

La tocco,
ma non la sento più...
ora si è dissolta.

e in questo dissolversi
divento momento,
respiro,
battito
tramonto e alba.

aprendo le braccia
spiccherò in volo.

e volando
accoglierò ogni cosa.
facendo entrare in me
quel sole che credevo essersi spento...
IO SONO AMORE!!!

impalpabile


non una lacrima,
non più.
sul mio volto
solo il segno
di quelle andate.

si, certo....come no...

però, a volte, riesco davvero a provare questa sensazione.
sensazione di pianto interrotto,
di pianto non pianto.
alienamento totale,
vuoto,
occhi fissi,
assenti.

sentirsi completamente privi di emozioni
sorda a qualsiasi suono proveniente da fuori
sorda a qualsiasi voce proveniente da dentro.
cieca a qualsiasi cosa che mi circonda.
...già.

...è come se qualcuno mi avesse piazzato qui.
su questa sedia.
in questa stanza.
mi sento una figura in bianco e nero in 4D
su un immagine a colori in 2D...(o è il contrario?!?)
e ci cammino sopra.
sembro farne parte ma non è così.
non ci cammino sopra.

ci rimbalzo con la stessa leggerezza che si potrebbe provare camminando sulla luna.
saltellando lentamente,
fluttuo in un mondo che sento non appartenermi.
ma cerco comunque di sentirlo,
così allungo una mano e provo a toccarlo...
che strana sensazione.

sembra essere fatto di gelatina.
posso sentirne la consistenza,
posso anche plasmarlo.
dividerlo in due parti
e in più parti ancora.
e poi riunirle,
fondendosi nuovamente.

fredda al tatto,
posso riscaldarla tenendola tra le mani.
formo una pallina.
la lancio in aria.
lei comincia a muoversi sinuosa.
cambiando morbidamente forma
danza nello spazio.

quasi trasparente
riflette la luce
e la luce cambia con lei.
poi lentamente comincia a scendere
e, sempre con estrema morbidezza, ricade…
e cadendo si scompone in tante piccole e traslucide goccioline gelatinose
che, rimbalzando, tornano a fluttuare
spargendosi qua e là.

e nella loro danza
riflettono luce
diventando luce...
dei puntini luminosi
pulsanti e scintillanti
come tante stelle.

osservo silenziosamente tutta la scena,
a dir poco suggestiva,
guardandola con gli stessi occhi innocenti e incuriositi di un bambino.

muovendomi con quelle immagini
non ne perdo il minimo movimento.
mi sento fluttuare con loro
in quel cielo stellato.

sto fluttuando in un cielo stellato,
è così surreale...
surreale e magico.

quasi incredula
allungo di nuovo la mano per poterlo risentire,
per toccarlo...
ma stavolta la gelatina non c'è più.

forse non esisteva nemmeno prima.
forse esisteva perché io volevo che così fosse
o perché la mia mente lo voleva.
voleva percepire quel tocco...
voleva che io allungassi la mano e sentissi qualcosa.

incredula e stupìta,
allungo di nuovo la mano.
ma stavolta quel mondo è intangibile.
non un soffio,
non un alito di vento.
è solo una proiezione.

passo la mano su di essa
e non sposto niente.
l'immagine rimane lì
la deformo un po'
ma solo perché la mano l'attraversa.

Continuo ad accarezzare delicatamente
quella visione.
mi accorgo che ad ogni movimento lento della mia mano
essa vi si proietta sopra
dandomi l'illusione di toccarla o di farne parte.
ma non sento...
non sento né aria, nè calore, né freddo, né niente.
non la sento.
ma lei è lì.
solo che ora è diventata completamente impalpabile.

e non riesco a non osservarla con tenerezza.
così continuo a sfiorarla.
e cercando di capire,
comprendo che non c'è niente da capire in tutto questo.
ma continuo ad osservare e a sfiorare quella visione,

la osservo,
la sfioro.

un sospiro silenzioso
richiama qualcosa.

quella lacrima che,
scendendo lentamente,
lascerà sul mio volto
un nuovo segno.

allo specchio


certo che è triste....
guardarsi allo specchio e non vedere assolutamente niente.
guardarsi allo specchio e non riconoscere più il proprio riflesso.
mi guardo allo specchio,
a volte bisogna farlo.
mi soffermo alcuni istanti.
ciò che vedo è niente.
non vedo niente.
solo una sagoma umana,
un corpo vuoto.
un fantasma.
osservo i miei occhi
cercando di vedere oltre quell'immagine riflessa
ma non li vedo più.
ho perso i miei occhi...
è come se il mio corpo non mi appartenesse più.
mi guardo ma non ci sono,
mi tocco ma non mi sento.
estranea a me stessa.
mi guardo allo specchio
e non vedo niente.
ho perso i miei occhi...

scrivere


scrivere...
istinto irrefrenabile?
desiderio?
speranza?
sfogo?
noia?
tutto?
niente?
è un mescolarsi di emozioni e di vuoto.
ma qualsiasi cosa sia,
avviene.
e si trasforma in un interminabile scrivere notturno.
un irrefrenabile ed istintivo scrivere di silenziose parole,
silenziose sensazioni.
di silenzi.
sono giorni strani, giorni folli,
giorni in cui ci si sente vivi, giorni in cui non ci si sente per niente....
e mi ritrovo sempre ad osservare questi momenti...
e con immensa curiosità mi ci avvicino...lentamente.
e loro sono lì e non sò da quanto tempo mi aspettavano...
così mi metto a parlare con loro,
perdendomi completamente in essi
con tutta me stessa.
e nella gioia di questi istanti scopro il dolore di non poterli vivere,
e in questo,
scopro il desiderio che non sia così....

intervista a me stessa


e ritorno ad essere una funambola...
barcollando un po' di qua un po' di là.

seduta sulla sedia immagino che ci sia, di fronte a me,
l'altra mia parte che, con un notes tra le mani, comincia a farmi domande,
una dopo l'altra, come se stesse intervistandomi...
ed inizia la noiosissima serie di botta e risposta:

stanca? 
"sì, molto..."

sonno? 
"...capita, a volte, quasi mai...no!!!"

triste? 
"..può darsi, forse un po' malinconica"

felice? 
"sì, di stare così, è paradossale lo so"

confusa? 
"parecchio...o forse no?!?"

paura? 
"quel pizzico che serve"

curiosa? 
"di tutto, sempre"

conclusione? 
"non esistono conclusioni, solo trasformazioni"

preoccupata? 
"no"

cosa stai aspettando? 
"niente. osservo..."

cosa fai? 
"ascolto"

sensazioni del momento? 
"troppe e nessuna"

un po' folle? 
"ogni giorno ne ho le prove...e toglici "un po'" "

ti piace questa follia? 
"a volte spiazza, ma non potrei vivere senza"

ti sto annoiando? 
"sì, smettila di fare domande"

perché?
"le risposte le conosci già"

sicura? 
"no, le risposte non le conosco nemmeno io"

e allora perché stiamo continuando? 
"credo sia un vano tentativo di dare un senso a questo stato. e non ha senso".

la chiudiamo qui? 
"sì, posa il notes e straccia la pagina"

perché dovrei stracciarla? 
"perché sì...arrivaci da sola"

va bene va bene...grazie per il tempo che mi hai dedicato.
"non c'è di che...ma la prossima volta evita di fare stupide domande".