venerdì 20 dicembre 2019

Oblio apparente

mi siedo in platea,
il sipario è già alzato.

Riesco a sentire il profumo del palco da qui,
riesco ad avvertire i movimenti dietro le quinte.

Nei camerini,
gli ultimi ritocchi allo specchio
e un ultimo sguardo di incoraggiamento a se stessi.

Il silenzio che precede l'entrata in scena,
quel silenzio che ovatta i sensi tra suoni,
spostamenti di attrezzi di scena
e rumori di sottofondo.

Ma tu sei lì,
sola.

Pronta ad attraversare quella porta,
nascosta dal telo delle quinte.

dietro il caos,
davanti  il nulla,
in attesa.

E tu sei lì,
nell'oblio di quel momento.

Il cuore batte,
la mente dimentica,
occhi fissi,
occhi chiusi
deglutisci,
estendi ogni tua parte,
un bel respiro,
un passo,
lo scricchiolio del legno,
entri.

da qui in poi non esiste nient'altro
che l'inebriante sensazione
di annullamento e pienezza.

Di viaggio in quella dimensione
dove finzione e realtà
si incontrano per generare
la verità di ciò che si è.

Seduta in platea,
guardo rapita la scena dentro me,
ricordando,
dimenticando.

Posso sentire tutto da qui,
posso sentire i miei passi su quel palco,
ne percepisco la consistenza,
il suono,
ne percepisco l'odore.

Seduta sulla poltroncina della platea,
lo sento,
il mio corpo è qui,
la mia anima è lì.



lunedì 9 dicembre 2019

soffio

Quanto realmente sappiamo di noi stessi?
Un mondo ignoto,
velato.
Siamo ricoperti da tantissimi veli
e non è detto che tolto un velo
non se ne celi un altro.
Alcuni sono così sottili da sembrare invisibili,
ma sono lì.
Ci si illude di riuscire a vedere
e non ci si rende conto di ritrovarsi comunque di fronte a un velo.
Il primo velo è visibile davanti a noi,
ai nostri occhi.
Tolto quello se ne trova un altro.
Spostato quest'altro,
altri veli
infiniti,
forse.

pezzi di vetro

ho osservato con gli occhi di chi vuol vedere con ingenuità,
di chi vuol sentire,
ascoltare con cuore puro.
Non me ne pento.
Perché non c'è cosa più bella di riuscire a tornar bambino,
consapevole però di dover ritornare quel po' indietro che serve per andare avanti,
con sincerità.
Perché non c'è silenzio,
non c'è eco
in questa stanza vuota,
forse apparentemente vuota.
Ma c'è sordità e la percezione è questa.
Ci vuole tempo,
il tempo che serve,
anch'esso impercettibile.
Ho svuotato la mia anima
e nemmeno riesco a sentirlo.
Ho bisogno di provare qualcosa,
riunire ciò che si è separato.

illusioni

cieco
è colui
che non vede
il velo
oltre
il velo