La vita è un cerchio dove inizio e fine si alternano e si fondono costantemente.
Lasciare che ciò accada genera un vortice che spiraleggia dall'esterno verso il centro e viceversa, creando il naturale movimento della vita.
Bloccare questo flusso spezza il cerchio generando il vuoto.
Se permettiamo però a questo vuoto di pulsare dentro come i battiti di un tamburo esso ci percuoterà con le sue vibrazioni, sconvolgendo tutto, rimescolando emozioni e sensazioni.
Ma trattenere a lungo questo tuono interiore distrugge da dentro.
Lasciare invece che queste onde vibranti attraversino tutto il corpo le trasforma in movimento e creazione, annullando la separazione tra inizio e fine.
Prima però è necessario lanciarsi in quel vuoto, nuotare nello spazio oscuro, nell'ombra, in ciò che spaventa, in ciò che è del tutto ignoto.
Muoversi in quella nebbia che nasconde e rivela al tempo stesso.
Dare spazio a quel niente e lasciare che tutto accada, che vada da sé.
Abbandonarsi a quel vuoto che tutto smuove e come vento dissolve la nebbia.
Osservare buio, luce, ombre e lasciare che rivelino la bellezza della loro armoniosa alternanza e fusione.
L'essenza della natura è la nostra stessa essenza.
Acqua che scorre e pulisce.
Fuoco che scalda e trasforma.
Terra che risveglia i sensi.
Aria che smuove, dissolve e alimenta.
Siamo rocce, nuvole, fiumi, lava incandescente.
Nell'illusoria separazione dal tutto,
viviamo in esso ed esso in noi.
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