Dov'era scritto?
Non era scritto da nessuna parte che sarebbe stato facile incamminarsi e girovagare tra le vie del labirinto.
L'ho scelto io, è vero.
E ci si perde...oh, quante volte ci si perde.
E' il mio labirinto, il mio e di nessun altro.
Quando sento di stare avvicinandomi al centro, inevitabilmente lo perdo qualche attimo dopo.
E' così che è fatto, il labirinto.
Tanto angusto, quanto affascinante e pieno di illusioni.
Direzioni da cambiare, strade da dover ripercorrere,
ancora e ancora.
E si può impazzire in esso, se ci si paralizza di fronte alla sua complessità.
Il centro è lì, da sempre, inamovibile.
Sono i sentieri a mutare continuamente, a confondere tra pericoli e trabocchetti inaspettati.
Non voglio uscire dal labirinto...anche volendo non potrei più e comunque non voglio.
Sono dentro ormai, da tempo...
ma ancora non mi è del tutto familiare, forse nemmeno potrebbe.
E' troppo imprevedibile, questo mi è chiaro.
Ogni tanto mi convinco che sia facile.
Quando, per esempio, qualche breve ed effimero raggio di sole penetra tra la fitta nebbia, oltrepassandola.
Ma dura il tempo di un sospiro...
allora scelgo se rallentare, fermarmi o farmi prendere dal panico.
Magari a volte le provo pure tutte.
Come a volte mi capita di fiondarmi istintivamente
verso una direzione e altre volte ci ragiono così tanto su
da non sapere più che direzione prendere.
E a volte vengo assalita da così tanto affanno da bloccare qualsiasi mio tentativo.
Io lo so che dovrei fare, lo so...
ma se fosse stato facile che labirinto sarebbe stato?
Nemmeno esisterebbe.
Oppure starebbe ancora lì, nell'attesa di qualcuno che varchi la soglia.
Ognuno col suo.
Io lo so che devo fare...
e magari dopo averne trovato il centro ce ne sarà un altro di labirinto, forse più contorto del precedente,
o forse no.
Ma questa è un'altra storia...
mercoledì 9 settembre 2020
in cammino
Iscriviti a:
Commenti (Atom)