mercoledì 25 gennaio 2012

l'eco del silenzio

03/05/2010
h. 4.00
...bevo una "tisana relax",
con la speranza che faccia almeno qualche effetto.
Scrivo, leggo, attendo che le palpebre degli occhi lentamente si appesantiscano;
il silenzio, il ticchettare incessante dell'orologio,
lo scribacchìo della penna sul foglio di carta;
i miei respiri, i miei sospiri...
di tanto in tanto si sente una macchina passare,
un cane abbaiare, lo scaldabagno rumoreggiare,
di nuovo un'altra macchina passare.
Poi improvvisamente "quell'eco"...l'eco del silenzio,
dove tutti quei suoni dapprima quasi, se non del tutto, impercettibili
adesso rimbombano nella stanza, risuonano in testa
e comincia a farsi sentire quel silenzio accompagnato dal suo eco...
il ticchettare dell'orologio, passa un'altra auto,
la penna strofina sul foglio,
mi gratto la spalla, ascolto il mio respiro...
volto la pagina, il fruscio della carta;
e ancora quel ticchettare, tic-tac tic-tac...
ad ogni "tic-tac", il ticchettio diventa sempre più forte,
mi punzecchia ritmicamente in testa.
Le palpebre non accennano a chiudersi...
nemmeno quel tipico "chiudersi-riaprirsi" lento e pesante che precede il sonno;
quello che ti fa posare il libro o il quaderno,
che ti offusca la vista e che ti rende incapace di proseguire...
quando, stanco, spegni la luce della lampada sul comodino vicino al letto
e scivoli un pò più giù,
porti la coperta fino al collo, fino alle orecchie,
trovi la posizione più comoda, abbracci il cuscino,
fai un respiro profondo...
cominci a viaggiare con la mente, i pensieri ti si accavallano,
cerchi di coglierne qualcuno e aspetti quel "niente" che ti fa arrendere al sonno.
Forse dovrei provarci lo stesso, anche senza quel chiudersi e riaprirsi...
chiudersi e riaprirsi...
ascoltare l'eco del silenzio, tramutarlo in una dolce melodia,
una ninna nanna e farmi avvolgere completamente da esso finchè non m'addormento.
Poso il quaderno e la penna,
scivolo un pò più giù,
tiro un pò più sù la coperta,
faccio un respiro profondo,
osservo il tetto della stanza, poi l'orologio: le 4.44...
torno a fissare il tetto...non ho sonno!
sono stanca, spengo la luce, mi rigiro e abbraccio il cuscino...
ascolto l'eco del silenzio...
i pensieri entrano ed escono dalla mia mente,
sembra quasi che si divertano.
All'improvviso si mettono a "giocare" più velocemente..
non riesco a seguirli più..
allora li lascio lì, a divertirsi per i fatti loro...
li lascio andare...mi lascio andare...
notte.

giovedì 12 gennaio 2012

una tela bianca

preparo tutto ciò che mi occorre:
pennelli, tubetti di colori acrilici, tubetti di colori ad olio,
essenza di trementina, un bicchiere con dell'acqua, un bicchiere vuoto,
una tavolozza di legno, due stracci..
sistemo il cavalletto, sistemo una tela bianca su di esso...
musica di sottofondo, un bicchiere di vino rosso...
mi faccio una sigaretta, la accendo...
prendo il bicchiere di vino e mi metto di fronte alla tela..silenzio.
osservo la tela...una tela bianca...cerco di andare oltre.
guardo i colori e i pennelli.
di nuovo mi soffermo ad osservare la tela...
è bianca, completamente bianca...
da dove cominciare?!? da quale colore?!? cosa dipingere?!?
continuo ad osservarla...cerco di osservare la mia immaginazione....
niente...ancora niente.
riesco solo a vederla così com'è...bianca!!!
o forse immagino così tante cose su quella tela che, alla fine,
tutte le immagini diventano "nulla".
sì...potrebbe essere così, non so.
poso il bicchiere di vino, spengo la sigaretta.
e di nuovo osservo la tela..è lì, davanti a me...
ma mi sembra così lontana.
mi fermo, non so più da dove cominciare, mi confondo, l'immaginazione svanisce e i pensieri si annullano...e quella tela bianca è sempre lì davanti a me, quasi a sfidarmi, ma io ora non la vedo più.
così prendo un pennello, mescolo tra di loro due colori e
comincio a dipingere...

ritorni...

Quand’ero piccola pensavo a cosa avrei fatto a quest’età…
pensavo a chi e a come sarei stata, pensavo a chi avrei avuto attorno,
pensavo a come sarebbe stata la mia vita…la vedevo così lontana, vedevo così lontano questo momento da poterlo solo immaginare e da poterci costruire sopra una storia intrisa di fantasie.
Era divertente!…si.

Oggi, davanti ad un piatto di minestra, mi ritrovo all’età di allora e a quello che pensavo sarebbe stata la mia vita…mi ritrovo a scrivere di una bambina, una bambina innocente e sensibile,
che non ricordo più e che mi sforzo di ricordare.
Come allora era lontano questo tempo, così adesso quel tempo è diventato infinito...
Solitamente i ricordi che rimangono vivi sono quelli pieni di sofferenza.
Io, prima di allora, non ricordo nulla o poco.
Quanto vorrei che i bei ricordi prevalessero su quelli tristi….ma non è così, devo farmene una ragione.
Certo, non ho dimenticato anche quelli belli, ma sembrano quasi un sogno, un bel sogno durato qualche istante.
Alla fine ciò che ti porti dentro, come se fosse ieri, è quello che più ti ha segnato nel profondo...
Di prima conosco solo le cose dette…

Niente! Non mi smuoveva niente!
Così tranquilla e pacata…oddio!...quasi non mi riconosco in queste parole.
Concepita in un campeggio…tutto iniziò lì.

Una gioia per mia madre, che mi sentì crescere dentro, in quei mesi,
e poi mi vide e mi sentì…lì, sul suo grembo, così piccina…desiderava tanto avere una bambina…
Una gioia per mio padre, che vide in me il suo angelo…
Una gioia per mio fratello, che mi diede un nome…
Ed io…una bimbetta tutta sbote e funcio…non pensavo ad altro che a dormire, mangiare, dormire…
dormire…
Mi raccontarono una serie di eventi riguardo il mio “dormire”…
Era un sonno profondo,ma tanto…tanto profondo.
Sono praticamente cresciuta con le mie cugine Giulia, Elena e Manuela, ci sbagliamo davvero di pochissimo, ma quella con la quale ho condiviso più cose è stata sicuramente Manuela…beh…ci sbagliamo di soli quattro mesi, quindi…
Mi raccontarono che una volta Manu cominciò a scalciare e a urlare come una pazza, io ero nel lettino con lei, potevamo avere 4 o 5 mesi credo…
Ovviamente, quando si è così piccole, alcuni “drammi” sono sempre quelli…”che hai???...su su, ssshhh!!! pianoooo…che svegli a Valentina….o santo cielo và…” (e qui m’ immagino la scena…no comment!)
…io?????....macchè!!!
...assolutamente, completamente, inequivocabilmente addentrata nel sonno più profondo sotto gli occhi esterrefatti di mia madre e mia zia….
Parlo di questo perché fu una cosa che mi segnò negli anni a seguire…diciamo che ci furono una serie di eventi sul mio “dormire”.
Ora, invece, si è tramutato in uno dei miei desideri …
come si cambia…anche in queste cose, apparentemente piccole ed insignificanti cose…

Quant’è complicato tornare indietro nel tempo, complicato e in parte detestabile…
una delle sfide (chiamiamole così) più difficili che mi sto apprestando a fare, davvero!!!
Ma io ho la tendenza a dimenticare…e sinceramente non so nemmeno perché sto scrivendo queste cose, o forse è proprio per questo.
Ma è anche vero che non m’importa, che non voglio stare a pensarci troppo sù…quindi provo a scriverle e basta!
Si….provo…”provo” è il termine esatto!

Forse dovrei seguire una logica spazio-temporale…forse…uhmmm…
questo rende il tutto più complesso.
I ricordi vagano nello “spazio-tempo”…vanno e vengono…sono come in sogno:
disordinato, quasi illogico…perché “quasi”?!?
I ricordi SONO disordinati, illogici, erranti…di ieri , di oggi, di dieci anni, di venti (…”di trenta”),
a volte a colori, a volte in bianco e nero…
profumi, giochi, luoghi, cibi, persone, sensazioni, paure, gioie, perdizioni, emozioni … vanno e vengono.
Assemblarli, alla fine, diventa quasi impossibile.
Diventa assurda follia…quindi, in virtù di questo, ci provo!!!

Vi capita mai di sentirvi un’ altra persona ogni anno della vostra vita, come se resettaste tutto per ricominciare nuovamente daccapo?
Gli ultimi dieci anni per me sono stati così...
gli anni più recenti sì ma, paradossalmente, quelli più difficili da ricordare.

Quindi continuerò in maniera disordinata, così dev'essere...così sarà...
poichè nel disordine dimora l'essenza, l'essenza di quel che si ha dentro.
E' come un puzzle...tanti pezzi messi lì, a vanvera, davanti a te....
non sai da dove cominciare, ti senti quasi perso, confuso ma, dopo averli osservati bene, inizi a provare a mettere qualche pezzo...inizi a cercare di capire dove quel o quell' altro pezzo vanno inseriti...e vai, così...a piccoli passi, senza fretta.
Ne osservi i contorni, cerchi di percepirne le congruenze...
sperimenti, provi... a volte invano, a volte no...ma non hai timore di niente e quindi provi.
Provi a seguire e a non seguire una logica nei tuoi passi ma, il solo fatto di provare, ti dà forza, coraggio, desiderio di continuare...
così...